sabato 16 febbraio 2019

SALVINI SI, SALVINI NO NELLA TERRA DEI CACHI!

Perchè SI all’autorizzazione. 

Riepiloghiamo:

  • il Tribunale dei Ministri è un organo giudiziario previsto dalla Legge Costituzionale n. 1/1989.
  • nel caso in cui si riscontri un’ipotesi di reato commesso da un Ministro della Repubblica le competenze sono:
    • Il Tribunale dei Ministri ha competenza tecnico-giuridica: sulla base delle indagini svolte dalla Procura della Repubblica e/o di quelle effettuate di propria iniziativa come previsto dalla legge ha il compito di verificare la sussistenza degli elementi di fatto e di diritto che configurano un delitto punito dal codice penale. In caso positivo trasmette gli atti alla Camera parlamentare competente chiedendo l’autorizzazione a procedere.
    • La Camera competente (Deputati o Senato) ha competenza politica: deve verificare se le finalità politiche addotte nel caso concreto dal Ministro a giustificazione del proprio operato possano imporre alla magistratura di fermarsi nel procedimento di accertamento delle responsabilità.

Quindi la nostra legislazione prevede che anche un Ministro della Repubblica sia perseguibile nel caso commetta un reato (accertato dalla magistratura) , con la sola esimente della funzionalità del reato alla tutela di un più rilevante interesse pubblico (rilevato dal Parlamento).

Premesso che:

  • oggetto dell’indagine della magistratura è la condotta personale di un Ministro e non il provvedimento legislativo o amministrativo che è all'origine della sua azione (famosa “chiusura dei porti”);
  • che la responsabilità penale è personale e quindi, ai fini dell’indagine, nulla rilevano le dichiarazioni di responsabilità politica espresse da Conte e Di Maio sulla legittimità delle norme applicate;

vediamo in concreto cosa si contesta a Salvini.

Il Tribunale ritiene che sussistano gli estremi della fattispecie di cui all'art. 605, comma 3 c.p. (sequestro di persona aggravato dall'abuso della qualità di pubblico ufficiale e della minore età di alcune delle vittime) a carico del Ministro Salvini per i cinque giorni (dal 20 al 25 agosto scorsi) in cui gli stranieri a bordo della Diciotti sono stati bloccati nel porto di Catania non in conseguenza dell’applicazione di disposizioni di legge, bensì per un divieto di sbarco riconducibile ad una condotta personale del Ministro.

A tale ultimo riguardo il quadro probatorio del Tribunale è molto ampio basandosi sulle testimonianze di tutti i membri apicali della catena decisionale che scattata dal momento dell’arrivo della Diciotti nelle acque del porto di Catania ha subìto un ritardo di 5 giorni nel rilascio del POS (autorizzazione allo sbarco in porto sicuro): il Questore, il Prefetto e il Comandante della Capitaneria di porto di Catania, il capo di gabinetto del Ministero dell’interno e il suo vice.

Per quanto concerne la discriminante politica prevista dall'art. 51 c.p. adducibile a scusante del Ministro, il Tribunale ritiene che non sussista in quanto il Ministro nel caso concreto non ha agito in adempimento del suo dovere istituzionale di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica (ci sono stati altri sbarchi in concomitanza con l’evento della Diciotti trattati diversamente e non c’era alcuna notizia della presenza a bordo di persone pericolose per la sicurezza e l’ordine pubblico nazionale), bensì per la volontà meramente politica di utilizzare il ritardo nel rilascio del POS a sostegno della diatriba politica da lui sostenuta a livello europeo sulla solidarietà nella ripartizione dei migranti tra tutti gli Stati membri.

(fonte: Relazione del Tribunale)

Veniamo al M5S ed al referendum tra gli attivisti. Chiaramente qui esprimo le mie personali considerazioni.

Il M5S è da sempre a favore della concessione dell’autorizzazione a procedere. Lo era anche in questo caso, almeno fino a quando Salvini, contraddicendo sé stesso e tutto quanto affermato da agosto, ha cambiato totalmente opinione, trincerandosi dietro la “ragion di stato”. Da quel momento il M5S, sia portavoce che base, si è diviso tra chi è per il SI e chi per il NO.

Coerentemente con sé stesso il MoVimento avrebbe dovuto, a mio giudizio, continuare ad optare per il SI distinguendo chiaramente anche agli occhi degli iscritti tra responsabilità politica dell’atto legislativo applicato e responsabilità penale personale eventualmente da accertare in capo al solo Salvini.

Si invoca invece il “caso particolare”, cosa mai accaduta neanche per i nostri portavoce(!), optando inoltre, a quanto pare, pilatescamente per il referendum tra gli iscritti.

Oltre alla coerenza ed al rispetto dei principi per i quali ci battiamo da anni, dal punto di vista politico un rifiuto sarebbe, sempre secondo il mio modesto parere, catastrofico.

In caso di NO, il M5S mostrerebbe infatti di dipendere dagli umori di Salvini, nonché di temere per una caduta del governo (che neanche a Salvini converrebbe, almeno non in questo momento e non per un motivo come questo, visto che tra l’altro sarebbe preferibile per lui seguire l’eventuale procedimento da ministro e non da parlamentare o addirittura da semplice cittadino). In più il MoVimento si esporrebbe alle critiche spietate delle altre forze politiche e dei media che praticamente non stanno aspettando altro per massacrarci, a pochi mesi dalle elezioni europee, col rischio di una grave spaccatura della base già disorientata dalla più assoluta disinformazione sul tema e di compromettere seriamente il futuro del MoVimento.

In caso di SI, il governo continuerebbe ad operare, i provvedimenti sui migranti non sarebbero in discussione e chi nel M5S teme per la sorte di Salvini se ne farebbe una ragione, essendo necessaria, nell'ipotesi peggiore, solo la eventuale sostituzione di un ministro!

E salveremmo la faccia! Cosa non di poco conto alla vigilia delle elezioni europee!

Non facciamo noi la campagna elettorale a Salvini! La nostra storia ed il nostro futuro impongano alle nostre coscienze di VOTARE SI.

ATTENZIONE: perché si dia l’autorizzazione su Rousseau bisogna votare NO!

lunedì 11 febbraio 2019

Elezioni in Abruzzo. M5S: l’appiattimento sulla Lega non paga!

 Chiaramente c’è chi parla di tracollo o sconfitta del M5S confrontando i dati di ieri in Abruzzo con le politiche dello scorso anno, un trucco della vecchia politica e della stampa connivente per mischiare le carte e giocarle in modo diverso secondo come faccia comodo. In realtà i perdenti sono due: la sinistra e la Democrazia!

La prima è scesa dal 46,26% del 2014 al 31,28%, con il PD che con un risicato 11,41% ha perso la Regione ed ha ceduto praticamente il suo elettorato alla Lega, cosa che rappresenta un dato preoccupante non solo per l’Abruzzo, ma per la stessa sinistra e l’intero paese.

Quanto alla Democrazia, beh, ne esce ancora una volta pesantemente sconfitta. Si, perché va sottolineato che gli elettori votanti sono scesi ancora dal 61,55% al 53,55%. Altri 100.000 abruzzesi in più hanno disertato le urne rispetto al turno precedente. Sommando i non votanti alle schede bianche e nulle è indubbio che il “partito” più forte è ancor più quello dell’astensionismo, altro che Lega o M5S! Il che la dice lunga sulla disaffezione dell’elettorato e la distanza che separa la politica dalla vita reale!

Quanto al M5S ha comunque conseguito un risultato in fin dei conti soddisfacente, anche se non entusiasmante, forse deludente rispetto alle aspettative, ma ha consolidato un 20,20% di preferenze, leggermente inferiore al 21,41 del 2014. Non vedo quindi alcun “crollo” per quel che concerne le regionali!

E’ indubbio, comunque, che serva una legge più equa che una volta e per tutte non tenga conto delle coalizioni pre-elettorali, perché soprattutto a livello locale reputo una grande porcata consentire che un candidato possa essere sostenuto da molteplici liste, che magari hanno indirizzo politico diverso o sono nate per l’occasione e che per opportunismo politico condividono programma e candidato, ma sono pronte poi ad uscire dalla coalizione dopo le elezioni o a condizionarne l’attività. Se condividono programma e candidato dovrebbero presentare una sola lista! Perché altrimenti si viola di fatto il limite massimo di candidati consiglieri previsto per ciascuna lista dalla legge!

Che per il momento la Lega stia capitalizzando meglio e di più rispetto al M5S questi sette/otto mesi di governo passati insieme è indubbio. Le tematiche affrontate finora e la complicità dell’informazione verso la continua, costante e politicamente generalizzata aggressione mediatica verso il M5S sembrano mostrare una prevalenza di risultati politici a favore della Lega, ma credo che alla lunga le riforme più importanti che cambieranno il paese sono quelle proposte dal M5S e ciò alla lunga sarà premiante. Non bisogna però cedere di un solo millimetro dai nostri principi e dai nostri obiettivi. Credo infatti che ciò che "appare" della politica del M5S risulti troppo appiattito sulle posizioni leghiste, soprattutto in tema di migranti e sicurezza. Il M5S, si sa, dichiara da sempre di non essere né di destra né di sinistra, ma è chiaro che in questa che io reputo una fase di transizione verso la democrazia diretta nella quale conteranno più i cittadini dei partiti, i voti li dobbiamo prendere sia a destra che a sinistra. A destra oramai quel che potevamo fare lo abbiamo fatto, c'è la Lega che per una parte degli Italiani su certi temi è purtroppo più convincente e credibile di noi e sicuramente più furba, tanto da imbarcare chiunque porti voti. Secondo me ormai oltre una certa soglia non si può andare e comunque sarà sempre bene tenere alla larga da noi l’elettorato di una certa destra e di quella parte di politica che la considera solo un business!

Bisogna quindi ora guardare altrove, rivolgendoci con maggiore attenzione soprattutto verso chi non vota più, ma anche e con maggior decisione verso gli elettori della sinistra, più che tentare di convincerne i vertici, ancora troppo invischiati nei vecchi giochi politici che l’hanno portata al disastro, insieme al paese. Credo che da quelle parti in molti siano sorpresi per il travaso di voti a favore della Lega e sicuramente è il colmo per loro aver favorito l’elezione di una candidato di Fratelli d’Italia! Spero che prendano coscienza di chi sia il vero pericolo per il paese!

martedì 5 febbraio 2019

Il M5S per una maggiore operatività dell’Antimafia in Provincia di Latina. Autorità locali e cittadini facciano la loro parte!

 E’ questa a quanto pare la volontà del M5S in tema di legalità emersa durante la prima tappa tenutasi domenica scorsa a Gaeta del #SeLoDiciamoLoFacciamoTour che ha visto impegnati cinque portavoce del M5S ad illustrare ad una folta platea di cittadini dell’hinterland pontino i risultati conseguiti dal M5S in questi primi sette mesi di governo.

Oltre a spiegare gli aspetti salienti dei provvedimenti più importanti adottati dal Governo, quali la manovra economica, la semplificazione fiscale, la pace fiscale, il reddito di cittadinanza, quota 100, il decreto anticorruzione, Angela Salafia, Maria Pallini, Enrica Segneri e in collegamento video Ilaria Fontana oltre al nostro Raffaele Trano rispondendo alle numerose domande rivoltegli dai cittadini presenti hanno anche dato alcune anticipazioni sulle varie tematiche in discussione nelle rispettive Commissioni Parlamentari.

Per quanto riguarda in particolare la questione della lotta alla criminalità organizzata ci sono state infatti diverse richieste di maggiori notizie da parte dei cittadini su tale problematica con particolare riguardo alle vicende emerse negli ultimi tempi a Fondi come a Sperlonga o del caporalato in provincia e diverse altre, spesso legate a comportamenti per così dire poco ortodossi degli amministratori locali.

Dagli interventi della portavoce Angela Salafia, Commissione Giustizia, sappiamo quindi che è allo studio un ampliamento del Codice di Autoregolamentazione della candidature elettorali ai reati di corruzione, bancarotta fraudolenta e frode e che è ormai in dirittura d’arrivo in Parlamento la proposta Giarrusso sul voto di scambio. Per ciò che riguarda il territorio, non solo il Sud Pontino, come da sempre richiesto dal Meetup di Formia, ma ormai l’intera provincia sono particolarmente attenzionati. Non potendo intervenire per motivi economici per il ripristino delle strutture giudiziarie accorpate in passato (per noi brucia ancora la soppressione del Tribunale di Gaeta) la d.ssa Salafia conferma che gli stanziamenti fatti dal Governo in tema di giustizia serviranno quantomeno ad incrementare il personale delle varie strutture sia per quanto riguarda i magistrati che il personale amministrativo e le attrezzature informatiche, incrementando l’operatività e la qualità del lavoro svolto.

Infine, questione non ultima per importanza, l’accenno ad uno studio di fattibilità avviato in Commissione Antimafia per aumentare le potenzialità operative della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Roma attraverso l’istituzione di un presidio sul territorio, chiaramente una DIA (Direzione Investigativa Antimafia). Da sempre come Meetup di Formia sollecitiamo un provvedimento del genere ( vedi interrogazione parlamentare del sen. Giarrusso del 2016), facendo nostre le richieste da tempo formulate dall’Associazione Antimafia Caponnetto, tra cui anche l’istituzione di un Supercommissariato ed un distaccamento della Squadra Mobile di Latina, perchè la lotta alla criminalità organizzata va fatta con personale specializzato e qualificato e idoneità di mezzi!

Ci auguriamo dunque che finalmente, con il M5S al governo, si cominci a presidiare il territorio nel modo dovuto.

A livello locale, come cittadini, non ci resta che impegnarci per sollecitare le amministrazioni locali, ma anche gli organi di informazione, ad un atteggiamento più collaborativo ed attivo finalizzato con maggior decisione e convinzione a contrastare una piaga che sta progressivamente distruggendo il nostro tessuto sociale ed economico, piuttosto che continuare ad ignorare o fingere di ignorare che il problema non rivesta quella gravità che è sotto gli occhi di tutti.

mercoledì 30 gennaio 2019

SALVINI, DICIOTTI E LA DEMOCRAZIA




Quella dell’autorizzazione a procedere verso Salvini sul caso Diciotti è una situazione indubbiamente anomala che non ha precedenti e che è delicatissima, tant'è che secondo alcuni metterebbe in discussione i rapporti costituzionali tra i poteri dello Stato. Non stiamo parlando di un comportamento “personale” di un parlamentare di cui debba o meno rispondere penalmente, ma di un comportamento di un Ministro della Repubblica nello svolgimento delle proprie funzioni. Quindi la questione è molto più delicata di quanto si creda che non può essere archiviata con le solite valutazioni di comodo nei riguardi della magistratura o politiche di parte a favore o contro un personaggio politico come Salvini.

Premesso che il reato va ancora provato e per indagare è appunto chiesta l’autorizzazione a procedere e presupponendo che il reato ipotizzato sussista, la domanda di fondo è se le motivazioni personali politiche di un ministro possano essere chiamate a giustificazione ed esimente di un comportamento che comunque abbia violato i diritti fondamentali, nel caso particolare quello della libertà personale, violando la legge ordinaria, la Costituzione e le convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia.
Se il reato non dovesse essere accertato, ben venga per tutti.
Al contrario sarebbe un fatto di una gravità eccezionale che coinvolgerebbe un Ministro della Repubblica e l'intero Governo! E di ciò il M5S non si può fare complice, anche se si è agito sulla base di una linea politica condivisa, violata peraltro da comportamenti personali (se accertati, ripeto!) di un suo ministro. Se poi dovessero emergere altri responsabili, anche del M5S, dovrebbero essere sottoposti tutti ugualmente a giudizio e se condannati allontanati semplicemente dal Governo, in base al Contratto di Governo, senza alcuna necessità di crisi, a meno che la maggioranza non intenda trarne altre valutazioni.
L’azione penale può tuttavia essere negata dal ramo del Parlamento competente, oltre che per eventuale "fumus persecutionis" (come vorrebbe Salvini) anche nel caso in cui si riconosca che hanno prevalso valutazioni politiche di interesse o sicurezza nazionale. Esiste però un limite in tale “ragion di Stato” configurabile, nel caso, dal pericolo cui sono state esposte le vite umane dei migranti? Può la politica decidere da sé quale sia questo limite, sottraendosi all'azione giudiziaria? Una risposta affermativa porterebbe ad un precedente che, in questa fase storica, esporrebbe il paese a decisioni fascistoidi aberranti per la nostra traballante Democrazia e per il rispetto dei diritti fondamentali!
L’azione giudiziaria sembra del resto che stia seguendo l'iter previsto nel pieno rispetto della normativa al riguardo, anche se ciò è sgradito ad alcuni, senza alcuna prevaricazione tra poteri dello Stato, almeno al momento. Piuttosto è l’eventuale diniego dell’autorizzazione che potrebbe spingere il Tribunale a sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale, accusando il Senato di voler intralciare la giustizia per una pura valutazione e convenienza politica!
La valutazione politica cui è chiamato invece il Senato ha aspetti dirompenti ed incerti, almeno per quanto riguarda il M5S che si è sempre dichiarato a favore della procedibilità verso i parlamentari e solo fino ad un paio di giorni fa lo ha riaffermato nuovamente a chiare parole e che ancora una volta è in difficoltà di fronte agli spregiudicati tatticismi di Salvini.
Personalmente direi basta a corrergli dietro! Il M5S segua i suoi principi e sia coerente, perchè alla lunga è questo ciò che dà risultati.
Se ve la sentite leggete attentamente la nota sotto riportata, abbastanza completa e credo obiettiva in tutti i vari aspetti della vicenda. E’ riconducibile a Magistratura Democratica. Qualcun sicuramente storcerà il naso, ma trovatemi qualcosa che la confuti dal punto di vista tecnico ed etico e ne discutiamo.

La richiesta di autorizzazione a procedere nel caso Diciotti


sabato 12 gennaio 2019

 Magari....


 Il FALLIMENTO DELL'ALTA VELOCITA' (TAV) è sotto gli occhi di tutti e denunciato dalla stessa UE, tanto che l'intero progetto europeo rischia di non essere portato a termine.

In Italia quasi 42 miliardi di Euro (con una spesa media per Km DOPPIA rispetto al resto d'Europa) sono stati sperperati dal 2002 ad oggi in una GRANDE OPERA INUTILE che fa acqua da tutte le parti e che evidentemente ha arricchito solo quelli che oggi manifestavano a Torino!!!! Questa è la verità!!!! Tutte la tratte costruite sono passive! La Napoli-Bari probabilmente non sarà mai completata!!!!!!! Se la stessa cifra fosse stata spesa per AMMODERNARE le linee preesistenti, in particolare quelle dei PENDOLARI e le tratte MERIDIONALI ( percorrenza media dei 166 km tra Palermo e Catania: 4 ore e 48 minuti! Dati ufficiali!!!!), per incrementare il trasporto merci su ferro e i collegamenti internodali (es. porto di Genova) e per mettere in sicurezza l'intera rete oggi saremmo un paese decisamente più progredito e competitivo!!!!! EUROPA.TODAY.IT - Tav, l'UE ammette: l'alta velocità non funziona. E in Italia costa il doppio.

lunedì 3 dicembre 2018

 Assemblea pubblica su pontile petroli.

Report e riflessioni a 5 stelle.

(Una voce fuori dal coro - seguitemi fino in fondo, please!)

L’assemblea di ieri è stata discretamente partecipata. Ci sono stati diversi interventi e testimonianze di cittadini, operatori economici (balneari) ed esponenti di associazioni operanti sul territorio sul tema ambiente. Presenti naturalmente diversi esponenti e personaggi politici non solo formiani tra i quali sono intervenuti Pasquale Di Gabriele, Presidente del Consiglio Comunale di Formia, Emiliano Scinicariello, Consigliere Comunale a Gaeta e infine Paola Villa, Sindaco di Formia.

In modo quasi unanime è stata sollecitata dagli intervenuti un’azione unitaria ed univoca da parte dei sindaci del Golfo, ma sono anche emersi i rilevanti interessi economici che stanno dietro l’intera vicenda del deposito e del pontile petroli di Gaeta e che difficilmente potranno essere superati, a mio giudizio, a favore dei cittadini se a decidere sarà solo chi di quegli interessi è di fatto portatore. Mi riferisco chiaramente ad ENI, ma anche al Comune di Gaeta ed alla stessa Autorità Portuale che si sono assegnati il compito di valutare un progetto di fattibilità sulla varie alternative possibili.

La soluzione offshore comporterebbe infatti, a quanto pare, un costo di impianto quasi totalmente a carico di ENI, con Comune ed Autorità che perderebbero invece i vari diritti e poteri economici di cui resterebbero invece titolari con la soluzione porto commerciale. Per cui, contrariamente ai dimenticati proclami elettorali del sindaco Mitrano (non facciamoci infinocchiare dal suo recente strategico abbaiare contro l’ENI!) ed alle recenti manifestazioni della volontà popolare, sembra che la soluzione del porto commerciale sia scontata! Del resto da uno degli interventi è emerso da alcuni documenti citati che da anni stia andando avanti il progetto per la delocalizzazione del pontile nel nuovo porto commerciale di Gaeta, con tanto di dighe foranee e ammennicoli vari per un complesso che già definito e particolareggiato sconvolgerà indiscutibilmente l’intero golfo. Come il Porto Ranucci!

Desta sospetti, poi, come sottolineato da Paola Villa, il fatto che, riguardo al recente stanziamento di ben 195 milioni di Euro da parte della Banca Europea degli Investimenti a favore dei Porti di Roma e del Lazio, nel relativo comunicato stampa dell’Authority del 3 ottobre scorso siano stati citati i lavori previsti a Fiumicino e Civitavecchia, ma non quelli da fare a Gaeta! Perchè tanta segretezza? O alla BEI non interessa dove saranno investiti?

Il vero problema, a mio parere, è che comunque anche sostenendo la delocalizzazione offshore, a quanto pare la soluzione più gradita dalla quasi totalità dei presenti all’assemblea ed avallata dal Comune di Formia, non si risolva il vero problema che è a monte della delocalizzazione del pontile: la presenza, cioè, di un sito di stoccaggio petroli ad eccezionale pericolosità per comunità ed ambiente a ridosso di due centri abitati come Formia e Gaeta, incompatibile ormai con lo sviluppo urbanistico delle due città, estremamente pericoloso per comunità ed ambiente ed in contrasto con la vocazione turistica dell’intera area. Significativa e sconvolgente al riguardo la testimonianza dell’ex comandante dei rimorchiatori del porto di Gaeta, particolarmente esperto per il suo lavoro sulla questione sicurezza di pontili e petroliere, che ha evidenziato come la questione “pericolosità” non stia solo nell’eventuale sversamento in mare o nei danni che una eventuale esplosione di una petroliera potrebbe arrecare alle abitazioni a ridosso del pontile, ma nel disastro che una tale esplosione potrebbe causare nel raggio di chilometri e che, pur stando offshore il pontile, non sarebbe assolutamente evitato!

Occorre quindi che la questione venga riportata a ben altra prospettiva che coinvolga una progettazione pluriennale sull’intera destinazione del Golfo di Gaeta e sul futuro delle comunità che vi vivono che necessariamente rientra in quella ben più ampia della tutela ambientale del golfo e della sicurezza dei cittadini, ma anche dello sviluppo economico dell’intera area e della politica energetica del nostro paese. Quello di Gaeta è un sito di stoccaggio strategico di importanza nazionale ed il suo spostamento richiederà uno sforzo enorme che coinvolge diverse competenze e con complicazioni altrettanto immense. C’è il rischio è vero che la questione si dilati enormemente, ma adesso è il momento che le comunità del golfo devono sfruttare per evitare che fra chiacchiere, discussioni e passerelle varie, non si concluda come al solito alcunché di concreto e lo scempio vada lo stesso a buon fine, anzi a cattivo fine!

Sia la delocalizzazione offshore che quella al porto commerciale rappresenterebbero infatti comunque un investimento di parecchi soldoni, il che starà a significare che una volta spesi il deposito ENI da Gaeta non andrà mai più via!!!!!! Con tanti saluti al Golfo Area Sensibile ed alle velleità turistiche di tutti!!!!!! Non ci facciamo prendere in giro!!!!

La concessione, ricordiamolo, è stata rinnovata solo per 4 anni, anziché i 10 richiesti! Forse conseguenza del cambio di passo che c’è stato a livello di governo che dovrebbe determinare, almeno si spera, una accelerazione verso una politica energetica nella quale il ricorso a fonti fossili come il petrolio dovrebbe diminuire a favore di quelle rinnovabili. Non lo sappiamo ancora, personalmente ci credo, ma ci dà comunque una scadenza a breve per agire! L’obiettivo di un’azione popolare e politica deve essere quindi a mio giudizio lo spostamento del deposito, non la delocalizzazione del pontile, che va solo messo in sicurezza per i prossimi ultimi 4 anni di permanenza del deposito nel golfo!

Se a Mitrano e a Villa stanno davvero a cuore le vocazioni turistiche del Golfo si adoperino per lo spostamento dell’intero deposito ENI, non per la delocalizzazione del pontile qui o là secondo i rispettivi interessi campanilistici!

Quindi, e vengo alle proposte d’azione dei promotori dell’assemblea, c’è da essere totalmente d’accordo nel coinvolgere e sensibilizzare quanto più è possibile le comunità del Golfo, come ha sottolineato in assemblea una commossa ragazza di Minturno, perché serve la più ampia partecipazione popolare, spostando però, come detto, l’attenzione dal pontile al deposito, inquadrando la vicenda anche in una prospettiva di sviluppo turistico ed economico futuro, oltre che di sicurezza e tutela dell’ambiente.

Quanto all’azione politica, non me ne vogliano gli amministratori locali, ma di loro non è che ci sia tanto da fidarsi, visto che fanno ancora più o meno in gran parte riferimento a forze politiche che in tani anni hanno solo ignorato il problema aggravandolo. Bisogna che la questione arrivi in alto, molto in alto, a chi non ha, o almeno non ha ancora, le mani in pasta ed ha programmi di sviluppo del paese totalmente diversi da quelli di chi li ha preceduti fino a ieri. E che sappia tener conto delle esigenze e della volontà dei cittadini.

Per quanto concerne il M5S a livello locale, da attivista propongo e mi adopererò per la convocazione al più presto di un incontro pubblico tra i cittadini iscritti al M5S di Formia allargato ai nostri portavoce in Regione e Parlamento ed aperto a chiunque voglia confrontarsi con noi, per discutere e definire la linea e l’azione politica del M5S a livello locale a sostegno di questa iniziativa e su altre tematiche di estrema rilevanza per la città di Formia.

sabato 1 dicembre 2018

 #IoStoConRobertoFico!

Sarebbe opportuno che Roberto Fico chiarisca meglio la sua posizione e spieghi le ragioni per cui il decreto sicurezza andrebbe rivisto e il Global Compact firmato, magari con opportune precisazioni.
E' importante infatti che si apra un dibattito soprattutto all'interno del M5S che serva a rivedere alcune situazioni di totale appiattimento del MoVimento sulle posizioni della Lega, che rischiano di indebolirlo e spaccarlo se non addirittura distruggerlo!
Le accuse e le contestazioni rivolte da numerosi pseudo sostenitori del M5S a Fico in queste ore per la sua onestà intellettuale e per la sua coerenza con i principi originari del MoVimento sono vergognose. Si accusa la stampa del linciaggio verso Di Maio, ma non si esita a fare altrattanto verso Fico!!!!!
Fuori loro dal MoVimento, non Roberto!!!!!
Meglio perdere qualche voto, che fare da zerbino alla lega! Torniamo anche all'opposizione se necessario, ma non neghiamo i principi ed i valori per cui ci siamo battuti contro tutto e tutti!
Questo paese sta prendendo una pericolosissima deriva a destra di cui la lega si sta facendo traino, ma che sta attecchendo purtroppo anche in alcuni sostenitori del M5S e contro cui invece il MoVimento deve essere baluardo! Parliamo alla gente di diritti, di costituzione e di quei principi e valori che hanno consentito in questi anni di fare massa intorno al M5S, di cui molti si stanno dimenticando, se mai li hanno compresi ed apprezzati. Qui il video su facebook
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Questa mattina ho partecipato a un convegno sui beni comuni, a dieci anni dalla commissione Rodotà. Prima di entrare alcuni giornalisti mi hanno chiesto se non aver presieduto l'Aula di Montecitorio al momento delle dichiarazioni di voto sul decreto Sicurezza sia stata una presa di distanza.
Ho risposto di sì: è stato un segnale di distanza rispetto a un provvedimento sulla cui efficacia ho seri dubbi e di cui non condivido l'impianto perché non fornisce risposte ampie culturali e sociali a questioni complesse come la sicurezza e la gestione dell’immigrazione.
Ho garantito come sempre, nel rispetto del mio ruolo e della democrazia, la corretta espressione della volontà parlamentare, tutelando i diritti di maggioranza e opposizioni. Ma ritengo allo stesso tempo doveroso per l'impegno assunto con il mio incarico esprimere con sincerità, lealtà e onestà le mie idee perché solo migliorando il lavoro di tutti noi possiamo migliorare il Paese.